Renato Carosone nacque a Napoli nel 1920. Fortunatamente i suoi genitori, Antonio e Carolina, capirono presto la sua passione per la musica e la incoraggiarono. A 17 anni infatti Renato riuscì a diplomarsi in pianoforte presso il Conservatorio San Pietro a Majella. Venne in seguito ingaggiato da una compagnia d’arte che si imbarcava verso l’Africa Orientale Italiana. In Eritrea, allora colonia italiana, Carosone lavorò in un ristorante-teatro, frequentato perlopiù da camionisti del nord d’ Italia ma questo si rivelò subito un problema perché un pubblico settentrionale non comprendeva il dialetto napoletano che lui usava nelle sue canzoni ed infatti, dopo solo una settimana, la compagnia si sciolse e molti musicisti del gruppo ritornarono in Italia. Tuttavia, Carosone non si arrese e decise di proseguire verso la capitale, Asmara, dove ricominciò a lavorare come pianista. Qui, Renato che aveva soli 18 anni, si innamorò di una ballerina, Italia Levidi, e la sposò. Era il 1938. Successivamente si trasferì ad Addis Abeba, (anche l’Etiopia era una colonia italiana a quei tempi) dove lavorò per alcuni mesi come direttore d’orchestra. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, però, Carosone dovette andare a prestare servizio in Somalia. Ad ogni modo, anche durante la guerra, continuò ad intrattenere i soldati italiani stanziati nella Somalia italiana. Nel luglio del 1946 tornò in Italia dopo aver vissuto esperienze diverse, aver conosciuto persone provenienti da tutto il mondo ed essere stato esposto a tradizioni musicali africane e arabe. Nel 1949 Carosone formò un trio per una serie di date in un nuovo locale di Napoli, lo Shaker Club, trio cheassunse presto uno stile distinto. I primi grandi successi arrivarono negli anni 50, nel momento in cui il gruppo di Carosone si allargò sino a formare un sestetto, il Sestetto Carosone. Quelli sono gli anni in cui Carosone incontrò il paroliere Nisa (Nicola Salerno) che, con i suoi testi, contribuì ad avanzare la carriera del musicista. Fu con Nisa che Carosone compose una delle più amate canzoni italiane: Tu vuò fa’ l’americano, con un mix di swing e jazz come arrangiamento. Nel 1958 Carosone si esibì persino a Carnegie Hall a New York. Era ormai diventato una vera star internazionale. Al culmine della sua carriera, nel 1959, Carosone si ritirò per tornare ad esibirsi solo di tanto in tanto. Tenne il suo ultimo concerto a Napoli in Piazza del Plebiscito nel 1998 e morì a Roma nel 2001 all’età di 81 anni.
Discussione
Adesso rispondi solo con frasi complete alle seguenti domande:
- Carosone trovò degli ostacoli in famiglia a causa della sua vocazione musicale?
- Perché Carosone decise di andare nelle colonie italiane in Africa Orientale?
- Che tipo di persone Carosone intratteneva con la sua musica in Africa Orientale?
- Quando arrivò per lui il grande successo? Fu solo nazionale o la sua musica fu apprezzata anche all’estero?
Ascoltiamo
Adesso ascolta la sua canzone più famosa che ha fatto parte di tante colonne sonore ed è stata cantata e rielaborata da molti sia in Italia che all’estero. Essendo la canzone in dialetto napoletano, prima devi leggere il seguente paragrafo che sintetizza il testo della canzone e delinea il contesto in cui la canzone è stata composta:
La canzone parla di un giovane napoletano che desidera imitare lo stile di vita americano contemporaneo (wiskey and soda and rock and roll, baseball, Camel), ma che continua a dipendere finanziariamente dai suoi genitori (la borsetta di mammà). La canzone è insomma una satira del processo di americanizzazione dell’Italia del dopoguerra, quando quella italiana era ancora una società prevalentemente rurale e tradizionale. Lo stesso Carosone scrisse che le sue canzoni “erano profondamente basate sul Sogno americano e interpretavano il jazz e i suoi derivati come il simbolo di un’ America ricca e prosperosa, ma mantenendo sempre lo stile della canzone napoletana.”
Puorte ‘e cazune cu nu stemma arreto… na cuppulella cu ‘a visiera aizata… passa scampanianno pe’ Tuledo comm’a nuguappo, pe’ se fa’ guarda’… Tu vuo’ fa’ ll’americano mericano, mericano… sient’a mme chi t’ ‘o ffa fa’? tu vuoi vivere alla moda, ma se bevi “whisky and soda” po’ te siente ‘e disturba’… Tu abball’ o’ rocchenroll tu giochi a baisiboll… ma e solde p’ e’ Ccamel chi te li da la borsetta di mamma Tu vuo’ fa’ ll’americano mericano, mericano… ma si’ nato in Italy! sient’ a mme: nun ce sta niente ‘a fa’ ok, napulitan! tu vuo’ fa’ ll’american tu vuo’ fa’ ll’american! | Come te po’ capi’ chi te vo’ bbene si tu lle parle miezo americano? quanno se fa ll’ammore sott’ ‘a luna comme te vene ‘ncapa ‘e di’ “I love you”? Tu vuo’ fa’ ll’americano mericano, mericano… sient’a mme chi t’ ‘o ffa fa’? tu vuoi vivere alla moda, ma se bevi “whisky and soda” po’ te siente ‘e disturba’… Tu abball’ o’ rocchenroll tu giochi a baisiboll… ma e solde p’ e’ Ccamel chi te li da la borsetta di mamma Tu vuo’ fa’ ll’americano mericano, mericano… ma si’ nato in Italy! sient’ a mme: nun ce sta niente ‘a fa’ ok, napulitan! tu vuo’ fa’ ll’america! (x 3) |
Adesso prova a tradurla dal napoletano all’italiano! Buona fortuna!