Breve storia della cucina genovese
Non deve sorprendere, dicono gli esperti di arti culinarie, se quando si parla di cucina genovese e ligure in generale, sono assenti le spezie, il cui commercio fu fonte di grande ricchezza per i mercanti genovesi. Non furono infatti mercanti di spezie o ricchi banchieri a dare forma alla cucina della città, ma piuttosto semplici marina che rimanevano in mare per mesi e mesi. Il cibo che avevano a bordo era limitato a quello che si poteva conservare a lungo e a quello che si poteva pescare in gran quantità. Di conseguenza quello che questi marinai volevano mangiare al loro ritorno non era certamente il pesce, o i pomodori che avevano mangiato in gran quantità nelle Americhe, ma frutta, verdure fresche e erbe aromatiche (per es. basilico, che in antichità era considerate sacro, alloro e maggiorana). Le erbe aromatiche sono sempre state, tra l’altro, molto importanti nella tradizione genovese, perché gli abitanti della città ne hanno sempre fatto grande uso, sia per aromatizzare il loro piatti che per curare. Insomma, mentre Venezia consumava abbondantemente spezie provenienti dall’Oriente, Genova si limitava a venderle.
Il basilico
Quest’erba aromatica il cui nome deriva dal greco basilikón, regio o regale è una protagonista nella cucina genovese. E’ la base del famoso pesto che si usa non solo come condimento per la pasta ma anche nei ripieni e per insaporire il minestrone. I tipi di pasta che i genovesi condiscono con il pesto sono ravioli, spaghetti, trenette (una specie di linguine), gnocchi o trofiette.
Guardiamo adesso come preparare pesto. Facilissimo!
E adesso come preparare le trofiette al pesto. Ce lo insegna lo chef dell’hotel a 5 stelle “Al Saraceno” di Varigotti, località balneare vicino a Genova