La prima scena del ciclo che racconta la vita di Francesco è il cosiddetto Omaggio dell’uomo semplice, che rappresenta un momento precedente alla conversione, quando lui era solo il figlio di un ricco commerciante. La biografia del futuro santo, scritta da San Bonaventura, racconta che una persona semplice, un popolano vede Francesco camminare con i suoi amici nobili e, illuminato da Dio, gli stende il mantello davanti ai piedi e dice che lui farà grandi cose per il mondo. Questo momento vuole testimoniare che Francesco era destinato sin da giovane a imprese eccezionali. La rappresentazione di Giotto ha elementi rivoluzionari. Innanzitutto la capacità di disegnare i volti dei personaggi, sempre diversi tra loro e molto espressivi (ad esempio i nobili a destra sembrano scandalizzati dall’interazione tra Francesco e un povero). Poi per la prima volta in una rappresentazione sacra c’è un paesaggio reale a fare da sfondo: si riconoscono chiaramente il colonnato del tempio romano di Minerva e la Torre del Capitano del Popolo, monumenti ancora visibili nella Piazza de Comune di Assisi.Le scelte di Giotto sono una novità assoluta rispetto all’arte sacra bizantina, dove lo sfondo è dominato dall’oro e non da ambienti reali. Giotto, al contrario, vuole rappresentare un paesaggio che tutti possono riconoscere, per mostrare che Francesco aveva camminato per le vere strade di Assisi, così da rendere credibili e vicine le storie del santo. Tanta è la precisione nella descrizione dell’ambiente che vediamo che il Tempio di Minerva aveva delle sbarre alle finestre, probabilmente perché al tempo di Giotto era usato come una prigione (jail). La Torre del Capitano del Popolo, invece, non ha ancora la parte superiore, che sarà aggiunta solo nel 1305.