Le porcellane di Capodimonte
Furono i sovrani Carlo III di Borbone e sua moglie Maria Amalia di Sassonia a fondare nel 1743, all’interno della loro splendida reggia di Capodimonete, la Real Fabbrica dando così inizio ad una lunga tradizione. I sovrani si avvalsero di abilissimi collaboratori come il chimico Livio Ottavio Schepers, lo scultore Giuseppe Gricci e il decoratore piacentino Giovanni Caselli.
La porcellana che si produceva e si produce tuttora era diversa da quella prodotta nel nord europeo. La sua composizione infatti non conteneva iil caolino, ma una misto di varie argille e un legante: il feldspato. Era più tenera e di un colore latteo.
Per il re Carlo quella della porcellana era la prediletta tra le manifatture reali di cui seguiva costantemente la produzione.
La capacità plastica e pittorica degli artisti di Capodimonte raggiunse il suo culmine nel Salottino di porcellana creato dallo scultore Giuseppe Gricci per la regina Amalia. Il re Carlo. Il figlio Ferdinando fondò la real Fabbrica Ferdinandea e la produzione della porcellana che aveva attraversato un periodo di stasi, riprese. Nonostante i cambiamenti e le difficoltà che la Real Fabbrica dovette affrontare durante la dominazione francese iniziata nel 1806. gli artisti continuarono a lavorare, ad insegnare le loro tecniche ed inventare dei nuovi stili
Dopo l’unificazione d’Italia del 1861 e la fine della monarchia borbonica, la produzione di sontuosissimi ed elaboratissimi servizi da tavola fu sostituita da uno stile floreale decorativo che `e ancora oggi tipico della porcellana Capodimonte.
Vediamo adesso le fasi della lavorazione della porcellana:
- Creare un modello di gesso, seguendo il disegno dell’artista
- Il cesellista scolpisce a mano i dettagli dell’oggetto
- L’artigiano versa nello stampo la porcellana liquida
- Si lascia essiccare la porcellana nello stampo
- L’oggetto viene rifinito: si eliminano imperfezioni e sbavature.
- Cottura
Guardiamo.
Adesso guardiamo il video che mostra il salotto di porcellana della regina Maria Amalia, che si può vedere nella Reggia di Portici, a sud di Napoli.